La comunicazione empatica: uno strumento fondamentale nel percorso scolastico
La comunicazione è una delle competenze più potenti che possiamo sviluppare nelle nostre relazioni, e non fa eccezione quando si tratta del percorso scolastico di un bambino.
Nei miei quasi vent’anni da insegnante e in questi ultimi come consulente educativa e counselor rogersiana, ho avuto modo di osservare quanto la comunicazione empatica, autentica e rispettosa dell’unicità del bambino/a possa fare una differenza straordinaria nel suo benessere e nel suo rendimento scolastico.
Ma cosa intendiamo esattamente quando parliamo di “comunicazione empatica” e come può influire sulla vita scolastica dei bambini e delle bambine?
La comunicazione empatica: cos’è e perché è importante
La comunicazione empatica è quella forma di comunicazione che va oltre la semplice trasmissione di informazioni. Essa implica la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di ascoltare senza giudicare, di riconoscere le emozioni e i bisogni dell’interlocutore, e di rispondere con sensibilità e rispetto. Carl Rogers, psicologo di riferimento nell’approccio centrato sulla persona, ha sempre sottolineato quanto sia fondamentale per la crescita del bambino, bambina essere ascoltato e compreso senza pregiudizi.
Secondo Rogers, un ambiente di accettazione incondizionata e di empatia è il terreno fertile per lo sviluppo di una persona.
Nel contesto scolastico, questo approccio diventa cruciale: un bambino che si sente compreso, che percepisce che i suoi pensieri e le sue emozioni sono riconosciuti, è più predisposto a imparare, a crescere e a superare eventuali difficoltà.
Ma come si traduce tutto ciò nella pratica?
La comunicazione empatica come strumento di trasformazione
Immaginiamo Matteo, un bambino di 8 anni che vive l’ansia in modo intenso ogni volta che deve affrontare un compito di matematica. Appena la mamma gli chiede di studiare, il suo corpo si irrigidisce, la sua attenzione vaga e, dopo pochi minuti, gli occhi si riempiono di lacrime: “Non sono capace!”, esclama disperato.
La mamma, preoccupata e desiderosa di aiutarlo, prova a rassicurarlo: “Ma dai, non è difficile!” oppure “Sei intelligente, se ti impegni ce la farai!”. Tuttavia, queste frasi, pur dette con le migliori intenzioni, non riescono a calmare Matteo. Al contrario, aumentano la sua frustrazione. Lui non si sente capito e la paura del fallimento cresce, fino a bloccarlo del tutto.
Ora immaginiamo una svolta.
Quella sera, la mamma decide di cambiare approccio. Invece di insistere affinché studi, si avvicina con calma, si siede accanto a lui e, con voce accogliente, gli dice:
“Vedo che sei preoccupato per il compito. Ti capisco. Anche a me è capitato di sentirmi così. Ti va di raccontarmi cosa ti spaventa di più?”
Matteo, sorpreso dall’assenza di pressione, alza lo sguardo. Per la prima volta sente che la sua paura non viene minimizzata. Dopo un attimo di esitazione, sussurra: “Ho paura di sbagliare davanti a tutti e che la maestra mi sgridi.”
Questa semplice rivelazione cambia tutto. Ora la mamma sa che il problema non è la matematica in sé, ma il timore del giudizio e della sconfitta. Così, invece di forzarlo a studiare, lo aiuta a esplorare la sua emozione:
“Capisco. Ti capita anche in altre situazioni o solo con la matematica?”
“Solo quando devo fare gli esercizi in classe… e quando mi fanno leggere ad alta voce.”
Ora che Matteo ha identificato il suo timore, la mamma può aiutarlo a trovare soluzioni insieme a lui:
“Se durante il compito senti che l’ansia sale, potresti chiudere gli occhi per un secondo e fare un respiro profondo. Oppure potresti iniziare dai calcoli che ti sembrano più semplici per prendere sicurezza. Ti va di provare?”
Matteo annuisce. Per la prima volta, sente di avere un piccolo strumento per affrontare la sua paura.
Arriva il giorno del compito. Matteo è ancora nervoso, ma qualcosa è diverso: prima di iniziare, prende un respiro profondo, proprio come aveva provato con la mamma. Invece di bloccarsi, inizia dagli esercizi più semplici. Non è perfetto, l’ansia non è sparita, ma per la prima volta si sente più forte della sua paura.
E tutto è iniziato con una cosa semplice, ma potente: sentirsi ascoltato, accolto, compreso.
Questo è il cuore della comunicazione empatica: quando un bambino sente che le sue emozioni hanno valore, trova dentro di sé la forza per affrontare le sue sfide. E quel piccolo cambiamento, giorno dopo giorno, può trasformare il suo modo di vivere la scuola e la vita.
Cosa possono fare i genitori per aiutare il percorso scolastico dei loro figli, figlie?
Se anche tu, come genitore, vuoi migliorare il benessere scolastico di tuo figlio, figlia un primo passo fondamentale è imparare ad utilizzare una comunicazione empatica..
Ecco alcuni suggerimenti:
- Ascolta senza giudicare: quando tuo figlio ti parla di una difficoltà, concentrati sullo stare in silenzio e ascoltare senza interrompere. Lascialo esprimere liberamente.
- Riconosci le emozioni: non solo le parole, ma anche le emozioni sono un linguaggio da comprendere. Se il tuo bambino è preoccupato, aiutalo a dare un nome alla sua emozione.
- Usa domande aperte: piuttosto che chiedere “Perché hai fatto tutti questi errori?”, prova con “Come ti sei sentito oggi a scuola durante l’esercizio?”
- Concedi spazio al dialogo: rendi l’ambiente familiare un luogo dove le emozioni possano essere espresse e comprese, senza fretta di risolvere tutto.
Tu hai il potere di fare la differenza nel percorso scolastico di tuo figlio
Quando scegli di comunicare in modo empatico, gli offri non solo supporto, ma anche gli strumenti per affrontare le sue sfide con maggiore sicurezza. Ogni bambino, ogni bambina può riscoprire il piacere di imparare, e ogni genitore può diventare la guida che illumina questo cammino. Ti invito ad approfondire il tema leggendo, se non ne hai ancora avito occasione, l’articolo del mese scorso che approfondisce l’importanza di essere genitori consapevoli.
Se desideri un supporto, ricorda che attraverso le mie consulenze lavoreremo insieme per trasformare le difficoltà in opportunità di crescita, trovando strategie efficaci che rispettino l’unicità di tuo figlio e rafforzino la tua capacità di accompagnarlo con fiducia e consapevolezza.
💡 Non si tratta solo di superare le difficoltà scolastiche, ma di costruire un percorso in cui tuo figlio, figlia possa sentirsi forte, capace, sereno e protagonista del suo percorso scolastico.
📩 Se vuoi fare il primo passo verso questo cambiamento, contattami qui. Insieme possiamo creare un nuovo equilibrio, dove tuo figlio non solo affronta la scuola con maggiore tranquillità, ma impara a credere in sé stesso.
Un abbraccio,
Ilenia